La Teoria del Rimbalzo

Premessa: non è una teoria seria ma un ragionamento la cui importanza sta nelle implicazioni del se fosse vero, senza che debba esserlo (e sicuramente non lo è).

La strategia risonante

Ogni animale ha trovato un modo di adattarsi all’ecosistema che lo ospita. Se il ghepardo ha “optato” per essere più veloce, o il topo più piccolo per nascondersi, l’essere umano ha “optato” per la capacità di prendere una pietra e tirarla in testa agli altri animali. È una buona strategia, particolarmente efficace essendo unica nel regno animale.

La strategia si è quindi sviluppata in modo “basico”, e già a livello “basico”, come nella costruzione di una lancia preistorica, dava un vantaggio enorme.

Il problema è che il “vantaggio” è andato in risonanza.

Con questo intendo che il vantaggio, in modo imprevedibile e soprattutto non richiesto, ha continuato a procedere. Non richiesto significa che il vantaggio sulle altre specie era già raggiunto con sufficienza con le prime invenzioni basilari, come il fuoco e gli strumenti di caccia più rudimentali. Il fatto è che intrinseco in questo vantaggio c’era la capacità di ragionare. La capacità che permetteva l’uso di strumenti nascondeva (come effetto collaterale) la capacità di inventarne di nuovi. E non solo, oltre la capacità ne aveva la necessità, dovuta principalmente al conflitto tra esseri umani (o diverse specie di esso). Basti pensare a una selezione sessuale dove il più “ricco” viene scelto. Una buona strategia per il cervello è quella di ingegnarsi ad inventare un modo nuovo per diventare ricco. Insieme a questo, le guerre tra esseri umani hanno accelerato il progresso.

Voglio sottolineare che il vantaggio sarebbe andato benissimo anche senza tutto il progresso che ne è seguito. L’immagine è di un vantaggio evolutivo entrato in risonanza, ovvero autoalimentante oltre la sua utilità meramente “evolutiva” immediata.

Un’altra immagine è quella di tutte le specie animali che fanno la gara a chi scende prima da una montagna. Qualcuno scala, qualcuno striscia; l’uomo si butta giù. Vince, ma non può fermarsi.

Il Rimbalzo

Se è vero che il vantaggio va in risonanza, il suo livello cresce indefinitamente. Livello di cosa? Ricordando che sono speculazioni senza nessun senso pratico, consideriamo non tanto l’intelligenza quanto la comprensione del mondo e di sé stessi. Andrà avanti indefinitamente, oppure andrà incontro a un massimo, in cui rimbalzerà.

Se questo massimo c’è, dov’è? E soprattutto: cos’è?

Già ora siamo giunti a un punto in cui la coscienza collettiva è conscia (circa) del fatto che il vantaggio risonante ha portato come spiacevole conseguenza la distruzione del pianeta. È quasi difficile dare direttamente colpa agli esseri umani. Oltre a farlo, e ok, andrebbe secondo me celebrato il raggiungimento epocale della consapevolezza della risonanza del vantaggio che ha portato allo sfruttamento letteralmente inutile delle cose, dovuto tutto all’utilità di saper lanciare una pietra non so quante centinaia di migliaia di anni fa.

Per questo potremmo starci avvicinando al Rimbalzo. Il Rimbalzo funziona così:

L’essere umano cresce a livello di coscienza a causa del vantaggio risonante fino ad arrivare a una coscienza talmente elevata da comprendere che a causa del vantaggio risonante sta facendo più danno che bene. A quel punto, nel punto di massimo, l’umanità si rende conto che è più vantaggioso invertire la risonanza del vantaggio. Da un altro punto di vista, è l’unica cosa che può garantire la sopravvivenza (dimostrando ancora una volta lo sviluppo del vantaggio umano che arriva a capire di dover sconfiggere sé stesso). Quindi, consapevolmente, l’umanità potrebbe rinunciare ad applicare il proprio vantaggio e regredire. È fondamentale che lo faccia coscientemente, educando i suoi stessi figli a farlo e a rinnegare il vantaggio risonante.

Il ciclo

Supponendo che si arrivi a un massimo per poi scendere il livello di coscienza, inteso come comprensione della Vita, l’Universo e Tutto Quanto, si scenderà abbastanza finché non sarà più possibile mantenere una coscienza così sofisticata come quella conscia del vantaggio risonante. E da qui, un nuovo punto di minimo, il vantaggio tornerà in risonanza e così su e giù.

Questa è la Teoria del Rimbalzo.

Ma ora vediamo una simpatica conseguenza, che è la cosa veramente interessante.

Supponiamo che

due amici oggi scoprano la Teoria del Rimbalzo. Potremmo essere io e Nicola che l’altro giorno ne parlavamo. Supponiamo che trovino le prove che garantiscano che la Teoria del Rimbalzo sia vera senza ombra di dubbio. Supponiamo che cerchino di convincere tutti, e supponiamo che nessuno ci creda o ci crederà mai. Loro sono davanti a una situazione assurda, ma decidono di fare una cosa: visto che l’umanità regredirà dimenticando la civiltà attuale (o meglio, il “modo di vivere” attuale), lasceranno delle targhe nascoste sotto terra sperando che gli esseri umani del nuovo ciclo le trovino e possano imparare qualcosa, evitare qualche errore, o scoprire subito qualcosa che ci abbiamo messo troppo a sapere.

Che cosa scriveranno?

Tralasciamo le conoscenze accademiche, siano scientifiche o umanistiche. Supponiamo vogliano lasciargli detto come vivere bene. Ricordiamoci, rispetto al momento in cui queste targhe verranno trovate, l’umanità attuale (e quindi i due amici) saranno a un livello di coscienza superiore. Non parlano con loro pari, ma con la versione di “umani bambini” ancora acerbi riguardo a tutto quello che è la “vita” intesa più che altro come coscienza di sé.

La domanda è: se dovessimo insegnare a vivere a qualcuno che non lo sa, cosa gli diremmo? E soprattutto: gli diremmo qualcosa?

Extra: riflessioni ausiliarie

Uno può estendere la complessità della domanda. Per esempio, uno può considerare che gli “umani bambini” in realtà trovino certamente dei resti della nostra civiltà. Questo significa che la loro coscienza (sia collettiva che individuale) sarà fortemente condizionata dai ritrovamenti. Un altro fattore è dato dalla casualità, che potrebbe portarli a sviluppare filosofia e religioni estremamente diverse dalle nostre, e di conseguenza un modo estremamente diverso di intendere il mondo. Basti pensare alla differenza di pensiero tra gli antichi Romani e i Cinesi, e pensare quanto ancora potrebbero differire rispetto a una nuova umanità “bambina”.

Questo fa riflettere sul fatto: ha senso dirgli qualcosa? Ha senso dirgli qualcosa quando loro potrebbero aver trovato una strada alternativa, magari migliore? Dove ogni strada può portare alla distruzione della specie o alla sua salvezza.

Più uno scende nel dettaglio più la domanda assume nuove sfumature.

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