Premessa: sono riflessioni di getto e niente di particolarmente sensato
Di base la risposta è immediata: nessuna.
Uno potrebbe scendere nel dettaglio e scoprire che non è poi così scontata: che cosa vuol dire reale? Che cosa vuol dire sembrare?
Si potrebbero scrivere libri di discussioni logico-filosofiche, ma lasciamole un attimo da parte. Prendiamo la risposta per quello che è: nessuna. Non c'è differenza. Cosa cambia a me se il cielo è veramente azzurro (qualsiasi cosa significhi) o che sembri veramente azzurro?
Da qui uno potrebbe essere tentato di definire cos'è veramente qualcosa da cosa ci sembra veramente che sia, ma qui si rischia di tirare troppo il filo, e comunque non serve per questa riflessione.
Il punto è diverso. Supponiamo che una differenza pratica, per il singolo nella sua vita quotidiana, non ci sia (e per la maggior parte delle cose non c'è).
Questo però significa due cose:
1. Che una finzione perfettamente costruita può trasformarsi in realtà.
Ma anche:
2. Che la realtà può trasformarsi in una finzione perfettamente costruita.
Accettiamo un attimo la debolezza del ragionamento per arrivare a una conclusione.
Questo significa che uno può costruire la realtà, se solo riesce a costruire una finzione perfettamente reale. E se ci riuscirà, non ci sarà davvero alcuna differenza con la realtà propriamente detta. Non si tratterà di una finzione, non si tratterà di un trucco; se tutti saranno convinti che essa è reale, allora lo sarà. E non solo per gli altri, anche per egli stesso.
Allo stesso modo, la realtà che noi conosciamo potrebbe essere nient'altro che una finzione che noi siamo totalmente convinti sia reale. Questo significa che ogni cosa può essere messa in dubbio.
C'è una differenza profonda che però permane, e che anche ad intuito percepiamo: ed è che ciò che reale non può smettere di esserlo, mentre ciò che lo sembra può improvvisamente smettere di farlo.